Sostegno irrefrenabile da parte dell’Italia, che anche nel 2024 autorizza la fornitura di aiuti militari all’Ucraina.
La Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo alla proroga per l’anno 2024 dell’autorizzazione alla fornitura di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina, segnando un ulteriore passo dell’Italia nel sostegno al paese in conflitto. Con 218 voti favorevoli e 42 contrari (Alleanza Verdi e Sinistra e M5S), il decreto legge viene rinnovato.
Nuovi aiuti all’Ucraina nel 2024
Con 218 voti favorevoli e 42 contrari, il decreto legge che estende per tutto il 2024 l’invio di aiuti militari all’Ucraina ha superato l’ultimo ostacolo parlamentare. Questa decisione segue l’approvazione già ottenuta dal Senato il 18 gennaio, consolidando l’impegno italiano a favore della nazione di Zelensky, in un momento sempre più critico.
I dettagli specifici riguardanti la natura e l’entità degli aiuti forniti sono stati mantenuti riservati, con l’elenco dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti definito attraverso decreti del Ministro della Difesa, tutti secretati. Lo Stato maggiore della difesa viene anche autorizzato ad adottare “le procedure più rapide per assicurare la tempestiva consegna dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti”.
L’Italia e il costante sostegno a Kiev
Dall’inizio del conflitto nel marzo 2022, l’Italia ha attivato una serie di provvedimenti per supportare Kiev, inizialmente sotto il governo Draghi e successivamente confermati dall’esecutivo di Meloni. Tra gli aiuti inviati sino ad oggi, ci sono stati dispositivi di protezione personale, come elmetti e giubbotti antiproiettile, munizioni di diverso calibro, sistemi anticarro e antiaereo, mortai, lanciarazzi, mitragliatrici leggere e pesanti, oltre a mezzi blindati e artiglieria.
A sette mesi dall’ultimo pacchetto, l’Italia si mostra disponibile – ancora una volta – per l’ottavo invio di aiuti all’Ucraina. In occasione del settimo pacchetto, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 31 maggio 2023, l’elenco degli armamenti è stato illustrato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso di un’audizione al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.